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Ricerca scientifica - ENEA | European Neuroblastoma Association ONLUS

Come impieghiamo il denaro che ci affidate e come sosteniamo la ricerca

 

Stiamo attualmente utilizzando i fondi raccolti per finanziare due distinti progetti di ricerca, uno nazionale ed uno internazionale:

 

  • In Italia, appena terminato il periodo di chiusura forzata legato all’emergenza COVID-19, ha avuto inizio il progetto di ricerca pluriennale finanziato da ENEA e sviluppato dal Centro di Eccellenza di Oncologia ed Ematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria "Anna Meyer" di Firenze “Studio dell’inibizione del recettore Beta3 (β3-AR) nel Neuroblastoma mediante sintesi di un anticorpo bloccante e Linee con recettore deleto”. Il progetto, che ha l’obiettivo di approfondire il ruolo del recettore adrenergico Beta3 nel neuroblastoma, uno dei tumori solidi più comuni in età pediatrica, è stato avviato con la valutazione degli anticorpi che riconoscono il recettore Beta3. Scelti gli anticorpi, i ricercatori del Meyer hanno successivamente approfondito il modello sperimentale per la sintesi di linee con recettore deleto e stanno ora individuando sia il procedimento ideale da seguire che tutti i prodotti necessari per poter procedere con gli esperimenti. L’obiettivo finale del progetto è naturalmente quello di riuscire a trasformare in un nuovo farmaco le molecole che modificano il recettore in questione (clicca qui e leggi il comunicato stampa relativo al progetto in Italia).
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  • In Svezia, presso i Laboratori della Divisione TCR (Translational Cancer Research) dell’Università di Lund, sta proseguendo il progetto di ricerca di drug repurposing (reimpiego del principio attivo di farmaci esistenti) sviluppato in collaborazione con la fondazione di nostri “colleghi” genitori inglesi aPODD (www.apodd.org), healx (www.healx.io), la startup inglese all’avanguardia nell’uso dell’intelligenza artificiale per l’individuazione di nuovi farmaci specifici per le malattie rare, e l’Università stessa. I test, purtroppo anch’essi sospesi nel primo semestre del 2020 a causa dall’epidemia COVID-19, stanno ora procedendo con la scrematura dei composti che avevano evidenziato ottime capacità di contrasto delle cellule tumorali di neuroblastoma di grado IV (sia tumore primario che metastasi) nel corso degli esperimenti svolti nella seconda metà del 2019. Attualmente si sta procedendo con i due composti che hanno prodotto i migliori risultati di laboratorio, che nelle prossime settimane affronteranno i test volti a determinare le migliori dosi e formulazioni, la tollerabilità e l’efficacia nei modelli di cellule di neuroblastoma, anche al fine di verificarne i meccanismi attraverso i quali agiscono sulle cellule stesse (clicca qui e leggi l'intervista ai ricercatori dell'Università di Lund).